L’atto poetico

Qual è la definizione di atto poetico? L’atto poetico dev’essere bello, impregnato di un carattere onirico, deve prescindere da ogni giustificazione, deve creare un’altra realtà nel seno della realtà quotidiana.

[…] Scivolai verso la camera da letto matrimoniale. Lì c’era mia madre, incollata alla schiena di mio padre. Dormivano così profondamente da sembrare statue di cera. […] Eccola lì la coppia colpevole, indifesa, alla mercé del mio odio. Afferrai un vaso pieno di terra umida – dove invece di germogliare i semi di garofano che Sara vi aveva piantato erano nati dei vermi – con delicatezza felina mi arrampicai sul letto e, dopo essermi accovacciato, lo rovesciai tra le loro gambe allacciate. Vicinissimo ai loro sessi vidi contorcersi grovigli di vermi. Il demonio che protegge gli abitanti della notte fece sì che non si svegliassero. Ritornai in camera mia, felice come mai lo ero stato, e mi addormentai sapendo che al risveglio la realtà non sarebbe stata più la stessa… Jaime e Sara non dissero mai nulla dell’incidente. Perché? Quell’evento era così strano, così impossibile che le loro menti l’avevano cancellato come un brutto sogno. […]
C’erano due generi di poesia: quella scritta, che doveva essere segreta, una sorta di diario intimo cui bastava un numero minimo di lettori, creata unicamente a beneficio del poeta, e la poesia di atti, che doveva realizzarsi come un esorcismo sociale di fronte a numerosi spettatori. […] Il primo atto che ci siamo proposti di compiere in quella città dove sovente le strade si storcevano formando angoli capricciosi, era fissare un appuntamento e giungervi camminando in linea retta, senza mai fare deviazioni. Non dico che ci siamo sempre riusciti. […] Davanti a una casa suonavamo il campanello, chiedevamo permesso, entravamo dalla porta e uscivamo da dove potevamo, anche da una finestrucola. L’importante era seguire la linea retta, come una freccia. Per nostra fortuna in quel periodo il Cile era un paese poetico. […]
Qual è la definizione di atto poetico? L’atto poetico dev’essere bello, impregnato di un carattere onirico, deve prescindere da ogni giustificazione, deve creare un’altra realtà nel seno della realtà quotidiana. Consente di trascendere a un altro livello. Spalanca le porte di una dimensione nuova, possiede un valore purificatore… […]
Un haiku giapponese ha fornito la chiave: l’alunno mostra al maestro una sua poesia:

Una farfalla:
le strappo le ali
e guarda, un peperoncino!

La risposta del maestro non si fece attendere.
“No, non è così, ascolta:

Un peperoncino:
gli metto le ali
e guarda, una farfalla!
”.

La lezione era chiara: l’atto poetico doveva essere sempre positivo, cercare la costruzione, non la distruzione. […] Invece di rovesciare terra e lombrichi fra le gambe dei miei genitori, avrei dovuto riempire il loro letto di monete di cioccolato.

Tratto da Alejandro Jodorowsky – La danza della realtà
Feltrinelli 2006, traduttore: Michela Finassi Parolo

Add a comment Add a comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *